venerdì 30 gennaio 2009

Fiume Colorado, la grande truffa!


Da Repubblica ambiente di oggi (30 gennaio 2009) l'articolo seguente...

e chi lo avrebbe mai detto?

Nel frattempo da noi la Calabria continua a franare...




Usa, declina il fiume ColoradoPericoli per il Grand Canyon
L'amministrazione Bush ha ignorato o falsato i responsi delle ricerche sulle risorse idriche Usa. A farne le spese, l'ecosistema di uno dei parchi più famosi del mondo di CRISTINA NADOTTI
Una veduta dal Grand Canyon
RAPPORTI scientifici falsificati per aggirare il parere degli esperti sui rischi ambientali. È solo l'ultimo di uno dei tanti misfatti dell'amministrazione Bush in fatto di tutela ambientale, e a farne le spese è stato questa volta un monumento naturale, il Grand Canyon. Il quotidiano americano Washington Post ha svelato che il ministero dell'Interno ha voluto ignorare, e in alcuni casi modificare, i responsi di ricerche scientifiche sulla corretta gestione delle risorse idriche del fiume Colorado. Così facendo, la fauna e l'ecosistema in generale del Grand Canyon, secondo il gruppo ambientalista Grand Canyon Trust, sono stati fortemente danneggiati. Una disputa annosa. Le dighe su invasi che afferiscono al Colorado sono al centro di una disputa annosa. Le acque che alimentano il fiume forniscono energia idrica e il loro fluire viene regolamentato a seconda del fabbisogno di energia elettrica della zona. Se però l'apertura o chiusura delle dighe è utile per le centrali idroelettriche, non è detto lo sia altrettanto per l'ecosistema del Grand Canyon. Gli ambientalisti sostengono infatti che una regolazione dei flussi non sia naturale visto che, per sua natura, il Colorado è caratterizzato da periodi di piene e di siccità. Al contrario, le centrali elettriche richiedono un flusso quasi costante e, per risparmiare, vogliono chiudere alcune dighe durante le ore notturne, quando c'è bisogno di meno potenza. Il piano quinquennale. Lo scorso febbraio il ministero degli Interni, che si occupa anche di gestione dell'ambiente, ha approvato un programma che prevede soltanto una piena all'anno, avvenuta nel marzo 2008, dopo la quale il Colorado avrebbe avuto un flusso regolato fino al 2012. Ogni decisione su come gestire le acque è stata quindi rimandata, sulla base dei risultati di studi costati al governo federale oltre 100 milioni di dollari. Ma questi studi, sostengono le associazioni ambientaliste, dicono chiaramente che il Colorado starebbe molto meglio con più piene occasionali e il governo ha voluto ignorarli. Al loro posto, secondo quanto sarebbe sfuggito alla dirigenza del Grand Canyon National Park, sono stati prodotti studi falsificati o incompleti, emendati delle parti contrarie agli interessi delle grandi aziende che possiedono gli impianti idroelettrici.
Gli animali vittime di Bush. Tra le vittime della politica senza scrupoli dell'amministrazione Bush ci sono dunque ora anche i Gila cypha, pesci d'acqua dolce tipici di alcuni fiumi statunitensi, oltre alle spiagge del Colorado, minacciate dall'erosione a causa della politica di gestione delle dighe. In particolare la popolazione dei pesci è oggetto di una disputa nella disputa perché il governo ha sostenuto, nel varare il piano quinquennale, che la popolazione di Gila cypha non è a rischio, mentre gli ambientalisti sostengono che i pesci dovrebbero essere inseriti negli elenchi delle specie a rischio. La fauna del Grand Canyon è solo l'ultima a essere messa in pericolo dalle scelte dell'amministrazione Bush: i salmoni furono tra le prime, specie già a rischio falcidiata dalle politiche repubblicane per la pesca e la costruzione di dighe. Inoltre, il presidente aveva tagliato i fondi alle ricerche pubbliche sulle specie in via di estinzione, ricerche che, anche quando venivano fatte, sono state spesso ignorate.
La sfida del ministro Salazar. Ken Salazar, il segretario di Stato agli Interni nominato da Barack Obama non ha voluto fare dichiarazioni sul caso specifico del Grand Canyon. Tuttavia i suoi intenti, in accordo con il programma del nuovo presidente, sono di invertire la rotta dell'amministrazione Bush e di mettere almeno sullo stesso piano gli interessi economici e quelli ambientali. "Non ci saranno più le sviste del passato", ha avuto modo di dire il ministro nei giorni scorsi, e gli ambientalisti gli hanno subito lanciato un appello: "Se vuole davvero cambiare, cominci dal suo ministero", sfidandolo a liberarsi degli impiegati e funzionari abituati a tenere in maggiore conto le ragioni degli industriali rispetto a quelle dei rapporti scientifici.

giovedì 29 gennaio 2009

Resta di stucco...

Propongo in successione tre articoli tratti da Repubblica di questi ultimi due giorni. Mi lascia perplesso il fatto che i tre fenomeni hanno investito le due regioni che devono essere collegate dal Ponte. Interessante anche il fatto che la A3 è chiusa per 60 Km e nel tratto che di fatto collega alla zona dove dovrebbe essere fondato il pilone calabrese del ponte sullo stretto – simpatica coincidenza!
La constatazione diventa poi drammatica se si pensa che la prima delle frane è in area PAI a massimo rischio idrogeologico (e infatti!!!!) e per le atre, soprattutto quelle nella zona di Tropea, per i lavori di ammodernamento della Salerno – Reggio Calabria (A3) è stata formulata la richiesta di variazione del PAI.
Io rimango di stucco di fronte a tanta inedia ed indifferenza e mi piacerebbe sapere se e come rispondono i tecnici degli enti pubblici che si occupano di queste concessioni folli.
Ovviamente le riflessioni ed i commenti non si fermano a questo, ma per il momento la rabbia è tanta e la lucidità non altrettanta.

Maltempo, frana sulla A3 a CosenzaDue morti e 5 feriti. Uno è molto grave
I geologi: "I nostri allarmi regolarmente inascoltati"
COSENZA - Sepolti dal fango nella loro auto in autostrada. E' di due morti e 5 feriti, di cui uno molto grave, il bilancio di una frana che ha invaso nella notte entrambe le carreggiate dell'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria tra gli svincoli di Rogliano e Altilia Grimaldi. Una massa di fango e detriti staccatasi per la pioggia da una collina ha seppellito un furgone che si muoveva in direzione sud sul quale viaggiavano sette persone, l'allenatore di una squadra di calcio e sei giocatori. Due ragazzi sono riusciti a salvarsi mentre altri due sono stati estratti vivi dopo diverse ore di lavoro. Per altre due persone però non c'è stato nulla da fare. Una delle vittime si chiama Nicolino Paliano, 59 anni originario di Cotronei (Crotone). Se è stata liberata da fango e detriti la carreggiata nord, le squadre dei vigili del fuoco e dell'Anas stanno proseguendo i lavori per rendere percorribile anche l'altra corsia. Al momento, secondo quanto si è appreso dal personale dell'Anas che è sul posto, non ci sono altri mezzi e persone travolti dal fango. L'uomo in gravi condizioni è ricoverato con altre due persone nel reparto di neurochirurgia dell'ospedale di Catanzaro. Altri due feriti si trovano nell'ospedale di Lamezia Terme, ma le loro condizioni non sono gravi. Sempre nel Cosentino due persone sono rimaste ferite mentre, a bordo delle loro automobili, stavano attraversando un ponte sul fiume Crati che è improvvisamente crollato a causa dell'esondazione del fiume Crati. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno soccorso i due automobilisti accompagnandoli nell'ospedale di Cosenza. Le loro condizioni non destano preoccupazione. Gli allarmi inascoltati. "Più volte abbiamo lanciato l'allarme sulla devastazione del territorio calabrese, ma nessuno ci ha mai ascoltato. Ed ecco cosa succede", dice il presidente dell'Ordine dei geologi della Calabria, Paolo Cappadona. "Quello che è successo la scorsa notte è da terzo mondo. In Calabria c'è un territorio devastato, ma ogni volta che cerchiamo di sensibilizzare le istituzioni ci scontriamo con un muro di gomma". Sul caso è intervenuto anche il presidente della Regione Agazio Loiero. L'autostrada Salerno-Reggio Calabria è un caso nazionale, ha detto, "e infatti, io l'ho sollevato non più di due mesi fa. Però, in questo momento ci sono dei morti. Ci sono delle famiglie... E dunque, io non voglio farne una questione che possa suonare in qualsiasi modo strumentale. Prima di ogni altro discorso, è giusto capire bene che cosa è successo. Certamente, ci sarà il tempo di fare anche altre considerazioni".
Maltempo provoca frana a Tropeastrage evitata per un soffio
Tra nuovi cedimenti e misure precauzionali chiusi 60 chilometri di A3 Salerno-Reggio CalabriaSmottamento anche sulla ferrovia Potenza-Battipaglia, interrotti i collegamenti
Una frana in Calabria
VIBO VALENTIA - A pochi giorni dalla frana che ha ucciso due persone sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria, il maltempo di questi giorni ha rischiato di provocare un'altra tragedia in Calabria. Un'enorme frana si è staccata questa notte dal costone che sovrasta Tropea, nota cittadina turistica sulla costa tirrenica, finendo sulla sottostante provinciale e poi fino al mare. Il crollo è avvenuto intorno alle 4. In quel momento, dato anche l'orario, non c'erano mezzi in transito. Sul luogo i vigili del fuoco e delle ruspe che stanno cercando di sgomberare i detriti che sono arrivati a poca distanza dal compresso alberghiero "Rocca Nettuno". Invaso anche il viale che porta al posto fisso della Polizia di Stato, chiuso al traffico. Altre frane minori si segnalano in tutto il vibonese. Oggi intanto, a Catanzaro, si svolgeranno i funerali della seconda vittima del disastro avvenuto domenica scorsa sull'A3, nel cosentino. Sulla stessa autostrada rimangono intanto molti disagi, amplificati da nuovi cedimenti del terreno. Sono ormai una sessantina i chilometri chiusi al traffico per frane o pericolo di frane. Oltre al tratto Cosenza Nord-Falerna, ieri sera il prefetto di Reggio Calabria Francesco Musolino ha disposto la chiusura del tratto Scilla-Villa San Giovanni. Oggi cominceranno le indagini geologiche sulla zona ed al momento, hanno riferito fonti della Prefettura, è impossibile fare previsioni sulla riapertura. Il risultato è che sulla statale 18, al momento l'unica via calabrese percorribile per i collegamenti nord-sud, si registrano incolonnamenti e disagi. Un'altra frana provocata dalle abbondanti piogge degli ultimi giorni ha invaso i binari fra le stazioni di Romagnano (Salerno) e Bella Muro (Potenza), costringendo le ferrovie a interrompere la linea Potenza-Battipaglia. Trenitalia ha programmato un piano di bus sostitutivi fino alle ore 15 per i collegamenti tra Taranto, Potenza, Battipaglia e Salerno. Nel frattempo, tecnici delle Ferrovie dello Stato sono al lavoro per liberare i binari dai detriti. Anche in questo caso è stato comunque evitato il peggio. Ieri sera, il treno regionale 12439 Salerno-Potenza ha riportato infatti danni in seguito all'urto con un masso, ma fortunatamente non vi sono stati contusi tra gli otto passeggeri che erano a bordo. Grossi problemi il maltempo li sta provocando anche a Napoli dove discesa Coroglio è stata chiusa al traffico in entrambi i sensi di marcia e una famiglia è stata evacuata a scopo precauzionale dopo il cedimento di parte della sommità del costone laterale dal lato della collina di Posillipo verificatosi la scorsa notte. Intanto in Sicilia si cerca ancora di individuare le responsabilità della tragedia avvenuta ieri quando una frana ha ucciso due operai a Caltanissetta. Di oggi è la conferma che l'Ufficio tecnico del Comune aveva intimato ai condomini dell'edificio di via Mario Gori di mettere in sicurezza il muro perimetrale del complesso crollato ieri pomeriggio. L'ordinanza risale al 29 ottobre scorso, dopo il sopralluogo dei tecnici effettuato in seguito a segnalazioni sulle lesioni del muro. Da qui l'ordine di consolidare il muro con interventi da effettuare con immediatezza, nel contempo il Comune aveva dichiarato l'inagibilità dell'area retrostante al condominio a causa dello stato di pericolo grave all'incolumità del privato e del pubblico.
Frana uccide due operai a CaltanissettaTerza vittima nel petrolchimico di Gela
Il sindaco: "La Protezione civile sapeva, mancavano i fondi"La procura apre un'inchiesta per accertare responsabilità nel crollo
Il luogo della frana
CALTANISSETTA - Una parte di montagna è franata a Caltanissetta travolgendo due operai che stavano eseguendo lavori di canalizzazione in via Mario Gori, nel quartiere Redentore. I soccorritori hanno estratto i corpi sepolti dalla terra e dal fango. Il terzo operaio che lavorava con i due compagni si è invece salvato perché si era allontanato poco prima del crollo. Le vittime della frana nel nisseno sono invece Santo Notarrigo, 37 anni, titolare della ditta che stava svolgendo i lavori, di Caltanissetta, e Felice Baldi, 19 anni, originario di un centro della provincia. Il corpo di Notarrigo è stato estratto subito dal fango, mentre quello di Baldi è stato individuato dai soccorritori dopo quasi un'ora di scavi. La procura di Caltanissetta ha aperto un fascicolo sulla frana, al momento a carico di ignoti, per accertare le responsabilità nel crollo. Lo smottamento, avvenuto in un'area condominiale sulla collina Sant'Anna, è stato causato dalle forti piogge cadute in questi giorni. La zona era già stata teatro di frane e l'allarme era alto, tanto che una ventina di famiglie erano state allontanate dalle loro case. La situazione era preoccupante, come ha confermato il sindaco della città, Salvatore Messana, che ha annunciato che proclamerà un giorno di lutto cittadino. "E' davvero una tragedia quella che è avvenuta. Una cosa è sicura - ha detto il primo cittadino - la situazione di dissesto idrogeologico di Caltanissetta è grave. Da tempo avevo sollecitato la Protezione civile a intervenire sulla collina Sant'Anna ma non è stato fatto nulla perché mi è stato risposto che mancavano i fondi necessari ai lavori di consolidamento'". I lavori erano stati commissionati dal condominio dopo che il Comune, per evitare pericoli, aveva emesso ordinanza di divieto di transito. Nel cantiere operavano ruspe e altri mezzi meccanici. Le vibrazioni, secondo una prima ipotesi, potrebbero aver favorito il distacco di un costone collinare, reso già instabile dalle piogge degli ultimi giorni. Secondo una prima ricostruzione dell'incidente, i due stavano lavorando per conto del condominio di via Mario Gori e con una piccola gru stavano tentando di scavare un canale per portare l'acqua piovana nella fognatura. Da alcune settimane, da quando ha iniziato a piovere in modo incessante, nella zona si sono verificati diversi cedimenti del terreno con infiltrazioni d'acqua, così il condominio aveva deciso di effettuare la canalizzazione dell'acqua per evitare danni al palazzo. Appena i due operai hanno cominciato a scavare, il muro di contenimento in cemento armato è crollato e li ha travolti. Il sindaco Messana ha sottolineato che "sono varie le zone delle città interessate da dissesto idrogeologico e per ora sono 60 le famiglie ospitate in alberghi dopo problemi idrogeologici verificatisi nella zona di Sant'Anna e santa Barbara a causa del fenomeno dei vulcanelli".